La vendetta del mago Nero

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    Arci... Mi metto in prima fila per leggere il primo capitolo. :crazylove: :rid:
     
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    Devo preoccuparmi? XD
     
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    Antefatto: La battaglia di Criesti



    La guerra tra i regni di Garland e Nomerici durava da molti anni, innumerevoli erano state le morti in entrambe le fazioni e tutto per il controllo del piccolo villaggio di Criesti. Criesti non aveva nulla di speciale di per sé, ma si trovava in una posizione strategica alla base della valle del Ristoro unico passaggio sicuro per attraversare i monti Braid infestati dai terribili Troll. I Troll ormai non si vedevano dai tempi dei miti, un passato così lontano che spesso molte persone nelle due parti si chiedevano, nei propri pensieri, se esistessero davvero e se quella interminabile guerra servisse a qualcosa. Criesti era sotto il dominio di Garland quando tutto ebbe inizio, un orda di Troll scese dalle montagne affamata, trucidando gli inermi cittadini, si narra che i cavalieri a protezione del villaggio compirono atti di eroico valore quella notte, ma gli avversari erano troppo forti ed in forte vantaggio numerico. Fu in quel momento che accadde qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato la principessa bambina di Nomerici, Didi, fece andare il proprio esercito all'attacco in aiuto di Garland. Così due antichi nemici si allearono per la prima volta contro una minaccia comune, con il sacrificio di molti e con le potenti magie della Principessa alla fine i Troll furuno sterminati. Quella stessa notte fu stabilito un trattato di pace tra i due paesi, il Re di Garland Matthias cedeva la proprietà del villaggio a Nomerici per l'aiuto ricevuto, mentre la Principessa Didi si impegnava ad non far pagare dazi doganali a Garland in cambio dell'aiuto per la difesa contro i troll.
    Così dopo secoli cominciò un periodo di pace che dura tutt'ora.



    15 anni dopo sobborghi di Orland capitale di Nomerici

    - Insomma Capitano Kila non smetti mai di raccontare della battaglia di Criesti, sei noioso.
    - Ma è la battaglia più incredibile degli ultimi mille anni almeno, avresti dovuto vederla è stata incredibile.
    - Parli come se ci fossi stato, ma lo so che all'epoca eri solo un giovane scudiero di guardia al perimetro dei boschi, tu non c'eri.
    - Lo so, lo so. E tu dovresti esserne contento, se fossi stato lì sarei stato nel bezzo dei festeggiamenti che durarono 10 giorni, quindi in ritardo di almeno 3 giorni per trovarti mezzo morto che vagavi nel bosco.
    - Tsk sempre li vai a parare. Comunque se fossi stato lì saresti di sicuro morto visto quanto sei scarso, quindi il ritardo sarebbe stato ben più di 3 giorni.
    - Tu piccolo disgraziato vieni qui.
    Kila era un uomo di 35 anni, alto biondo e di bell'aspetto, recentemente nominato capitano. Anche se non ricopriva un ruolo molto importante nell'esercito era ben voluto da tutti nei sobborghi, sempre gentile con tutti e sorridente, quasi sempre a dire il vero, infatti ogni mattina inseguiva il suo giovane scudiero Sam con una faccia imbronciata.
    Sam era un ragazzo allegro con i capelli castani sempre scompigliati, aveva un viso carino tranne per una vecchia cicatrice che gli attraversava la guancia sinistra. Sam voleva molto bene a Kila, infatti non era solo il suo capitano ma era la persona che l'aveva salvato quando aveva solo 4 anni e vagava senza memoria nella foresta, da allora erano sempre rimasti insieme, come due fratelli. Anzi era stato proprio Kila a dargli il nome Sam, un nome un po' banale come spesso gli ricordava quest'ultimo facendolo infuriare.
    Mentre inseguiva il proprio scudiero Kila inciampò contro un banchetto di male facendo cadere tutto, finendo per terra, tutti lì intorno cominciarono a ridere mentre la proprietaria delle mele, una bella donna dai capelli biondi, allungò una mano per aiutarlo. Kila arrossì un po' e strinse con emozione la mano di Galis.
    - Allora cosa ha combinato ancora quella piccola peste?
    - Mmm ecco...
    Kila era sempre impacciato davanti a Galis così Sam pensò di aiutarlo:
    - Mio grande capitano se diventi più rosso sverrai, o forse il tuo piano svenire su Galis? Perchè non le chiedi di uscire penso che sarebbe più facile.
    Kila divenne sempre più paonazzo, sembrava sul punto di scoppiare dalla rabbia ma alla reazione di Galisi si calmò subito.
    - Credo Sam abbia ragione, e poi mi stai stringendo ancora la mano, perchè non mi chiedi di uscire allora?
    - Ecco va bene. Galis vuoi uscire con me più tardi?
    - Con molto piacere mio eroico capitano.
    La donne rise divertita e cominciò a risistemare il suo banchetto. Kila si diresse verso Sam indeciso se lanciargli un occhiataccia od uno sguardo di ringraziamento, ma alla fine l'unica cosa che disse fu:
    - Andiamo ad allenarci scudiero hai ancora molte cose da imparare.


    ...

    Preoccuparti di cosa Jess? Delel strane di faccine che mette Sara? In effetti preoccupano un po' anche me
     
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    Le giornate nel sobborgo da quando Galis e Kali uscivano insieme erano molte tranquille ma, nonostante ciò, Sam vagava mezzo addormentato per il mercato; questa era una vista così strana che il maniscalco lo fermò per informarsi:
    - Ehi Sam, non ti starai allenando troppo?"
    - "No tranquillo Cuck ci sono abituato ormai, anzi di recente mi alleno pure di meno."
    - "Allora come mai vaghi in questo stato?"
    - "Non riesco a dormire nelle ultime notti faccio sempre lo stesso incubo."
    - Davvero? Molto strano. Com'è?"
    - In realtà non mi ricordo molto, ma ho l'impressione che più i giorni passano è più diventi chiaro."
    - "Forse dovresti dirlo a Kali se non smette."
    - "Dici? Ci penserò, ora è meglio che vada ad allenarmi. Ci vediamo Cuck."
    Sam attraversò il mercato sbattendo un po' ovunque diretto nel luogo dove erano soliti allenarsi, ma Kali non c'era.
    - Ancora? Se non si dà una regolata lo puniranno, vabbè tanto meglio mi riposerò mentre aspetto. -
    Sam si sdraiò sotto un enorme albero, incrociò le mani sotto le testa e si mise a guardare il cielo attraverso le foglie, una cosa che stranamente gli era sempre piaciuta. Le sue palpebre era no davvero pensanti e per quanto tentasse di tenere gli occhi aperti alla fine si addormentò.

    Si trovava ad osservare la scena dall'alto in una grande sala di una castello, ad un estremità del salone c'era una bellissima donna con i capelli rossi ed una corona in testa seduta su un trono, la sua espressione era un misto di rabbia e paura, all'altra estremità c'era uno strano individuo con un mantello verde ed una maschera azzurra, un uomo, non sapeva perchè ma era sicuro si trattasse di un uomo. Ma era al centro che era presente il vero incubo, il pavimento con un'intricata trama di cerchi bianchi e neri sarebbe stato bellissimo se non fosse per il sangue ed i cadaveri dei cavalieri che lo ricoprivano,. In uomo solo era rimasto a difendere la donna, ma era davvero ridotto male, il corpo era ricoperto di ferite, il ginocchio destro appoggiato a terra e se non era ancora a terra era grazie al sostegno della sua stessa spada. Il silenzio di quella surreale scena fu interrotto dal misterioso uomo:

    - "Hai combattuto bene cavaliere ma ormai è finita, arrenditi! Grazie al mio potere magico ed a questo incredibile oggetto, nessuno può fermarmi, fermare il mago Nero.

    L'uomo mise la mano sinistra nel mantello e tirò fuori una specie di mestolo grigio, lo fisso per un momento e lo sollevò puntandolo verso la donna. In quell'esatto momento il cavaliere inginocchiato raccolse le sue ultime forze ed attaccò il mago alzando la spada in altro con entrambe le mani. Sam riuscì finalmente a vederlo in volto e riconobbe Kila...

    Sam si svegliò urlando e sopra di lui c'era proprio Kila che lo guardava preoccupato.



    ....

    Edited by the arci - 28/11/2019, 08:46
     
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    - "Sam che succede stai male? Sei molto pallido!"
    - "Ultimamente faccio sempre lo stesso incubo la notte, non ricordo mai molto, ma questa volta era molto vivido come... un ricordo lontano..."
    A Kila scappò un sorriso e poi rispose:
    - "Questo è proprio stano detto da qualcuno che ha perso la memoria, non credi?"
    - "In effetti lo è, la mia è solo una sensazione non saprei cosa dire."
    - "Perchè non cominci con il raccontarmi questo incubo?"
    - "Non so..."
    - "Su forza non è mai morto nessuno per un sogno."
    - "E va bene!"
    Sam cominciò a raccontare, più andava avanti e più la faccia di Kali diventava preoccupata, quando il resoconto finì il capitano aveva lo sguardo fisso sul proprio scudiero ed un aria pensierosa.
    - "Come ho detto prima nessuno è mai morto per un sogno, ma cominciò a credere che questo non lo sia. Avanti seguimi."
    Sam, che era rimasto sdraiato tutto il tempo, si alzò da terra ed i due cominciarono a camminare in silenzio, attraversando la città. Arrivarono ad un posto di guardia davanti ad una robusta porta di legno altra più di quattro metri, Kila parlo qualche secondo con la guardia e quest'ultima li fece passare. Questa era la prima volta che Sam attraversava le mura che proteggevano la città interna, più avanzavano e più rimaneva a bocca aperta, tutti gli edifici erano di pietra e, contrariamente a quanto aveva sempre immaginato, erano quasi tutti diversi con forme e colori che trovava piuttosto bizzarri. Una volta ripresosi dallo stupore Sam chiese dove stessero andando ma l'unica riposta di Kila, solitamente molto loquace, fu:
    - "Al castello reale."
    - "Perchè?"
    - "Lo capirai quando arriviamo."
    I due arrivarono davanti al ponte levatoio del castello ed il capo delle guardie si fece avanti per accoglierli.
    - "Capitano Kila benvenuto, e quel giovanotto deve essere il suo scudiero immagino. Molto bene andiamo la Principessa Didi vi aspetta nella sala delle udienze."
    - Kila che succede?"
    - "Qua non devi parlare se non vieni interpellato, capirai tutto molto presto."
    Il terzetto attraversò molti corridoi fino ad arrivare ad un portone di legno riccamente decorato in oro, un'uomo con una vivace livrea arancio bussò sulla porta l'aprì ed annunciò i tre:
    - "Il capo delle guardie reali il generale Forla, il capitano dell'esercito Kila ed il suo scudiero Sam."
    I tre attraversarono il portone ed entrarono nella sala delle udienze, e l' Sam capì subito proprio come aveva detto il suo capitano: era il luogo del suo incubo.
    Il generale e Kila arrivati a metà della stanza si inchinarono subito, mentre Sam ipnotizzato nel fissare il motivo sul pavimento fu tirato giù dal Kila.
    - "Riprenditi stupido sei di fronte alla principessa."
    Sam Alzò lo sguardo e non poteva credere ai suoi occhi, aveva sentito parlare della bellezza della principessa Didi ma questo andava oltre ogni sua immaginazione, i lunghi capelli, gli intensi occhi verdi, le labbra invitanti con un sorriso compiaciuto che la giovane donna faceva ogni volta che un uomo la vedeva per la prima volta.
    - "Si calmi capitano, è comprensibile la sua reazione se quello che ha raccontato è vero. Ragazzo vieni qui."
    Sam si avvicinò alla principessa esitante si fermò a mezzo metro da lei ad un suo cenno, per guardarla negli occhi doveva alzare la testa vista l'altezza del sontuoso scranno dove sedeva. I due si guardarono per un tempo che a Sam sembrava interminabile, infine la principessa disse:
    - "Bene sento un po' di magia in te ragazzo, penso proprio che il tuo capitano abbia ragione il tuo non è un incubo ma una premonizione del futuro."
    - "Il futuro?"
    Da dietro Kila lanciò un'occhiataccia furiosa al proprio scudiero, ma con un gesto della mano la principessa lo tranquillizzò.
    - "Esatto, come saprai sono la maga più potente del regno, ora lascia che guardi la tua predizione così da capire di più."
    Didi mise una mano sulla testa di Sam e chiuse gli occhi.
    - "Una visione davvero tremenda la tua giovane Sam. Avverrà tra un anno e mezzo nel giorno della festa di Braid. Capitano Kila, tu il tuo scudiero dovete ricuperare quell'oggetto magico prima di allora. Partite e restate anonimi, se la voce di questo pericolo si spargesse tra la gente potrebbero scoppiare dei disordini nel regno per la paura."
    - "Capisco mia Principessa io e Sam ci prepareremo subito per la missione. Non dovete preoccuparvi torneremo vittoriosi."
    - "Ne sono sicuro capitano, aspetterò buone notizie."
    I tre si inchinarono ed uscirono dal salone.

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    Una volta usciti il generale si congedò dirigendosi a destra, mentre Kila si avviò a sinistra facendo cenno a Sam di seguirlo.
    - "Allora che facciamo? Dove potrebbe essere questo mescolo ora? Non ne ho proprio idea."
    - "E' quello che stiamo per scoprire Sam, almeno spero. Forza seguimi."
    I due uscirono da una porta laterale del castello, attraversarono i ricchi giardini pieni di fiori per inoltrarsi infine in un piccolo bosco. Poco dopo arrivarono davanti una piccola casa di legno, Kila si avvicinò guardingo alla porta e bussò dicendo:
    - "Sono qui per chiedere l'aiuto della più grande Maestra dell'universo."
    La porta si aprì da sola e Kila, seguito da un Sam piuttosto intimorito, entrò. L'interno era un vero putiferio di libri ed oggetti sparsi ovunque, i due avanzarono in quel miasma con non poche difficoltà finchè non trovarono una donna piuttosto avanti con l'età, aveva i capelli grigi legati in una lunga treccia e penetranti occhi viola.
    - "Sam ti presento questa vecchia pazza, si chiama Edga."
    - "Sei il solito lurido giovane insolente, non ti avevo detto di non farti più vedere?"
    - "Mi sembrava che avessi detto finchè non ti portavo un nuovo giovane marito..."
    - "Oh si giusto. Il ragazzino non è male a guardarlo bene."
    Sam fissava entrambi titubante non riuscendo a replicare a quell'assurda e spaventosa conversazione, aveva quasi trovato la forza per scappare via quando entrambi scoppiarono a ridere.
    - "Tranquillo Sam è solo un piccolo scherzo, lei è la più studiosa di oggetti magici della capitale, se qualcuno può aiutarci è lei."
    Sam tirò un lungo sospiro di sollievo e chiese dubbioso:
    - "Se è così incredibile come mai vie in un posto simile?"
    - "Perchè i suoi esperimenti spesso esplodono con grandi boati."
    - "Ehi! Non spesso solo qualche volta! Comunque cosa vi porta qui?"
    - "Edga . la principessa Didi ci ha affidato la ricerca di un oggetto magico."
    - "Oh, ovvio quella ragazzina viziata cosa vuole questa volta?"
    - "Non dire così Edga, è una missione importante questa volta. Cerchiamo un mescolo."
    - "Certo cosa c'è di più importante di un mescolo! Non posso aiutarvi!"
    Sam, che fino a quel momento aveva seguito lo scambio di battute affascinato, decise di intervenire:
    - "Ho fatto un sogno, un orribile sogno, dove tutti i cavalieri venivano uccisi compreso Kila, la principessa ha detto che si tratta di una visione."
    - "Sam insomma! Sai che significa missione segreta?"
    - "Lo so! Ma se non sappiamo dove andare, sarà una missione segreta molto corta."
    - "Non hai tutti i torti. Allora Edga puoi aiutarci? Non vorrai che muoia, chi verrebbe poi a farsi prendere in giro d te?"
    - "Capisco, è davvero una cosa seria allora. Comunque non ho mai sentito niente su un mescolo, ma conosco qualcuno che potrebbe. Dirigetevi nella foresta delle fate a sud e cercate Mhilias. E' stato il mio maestro, ditegli che vi mando io o vi farà a fettine, ha un carattere peggio del mio."
    - Ti sono grato per l'aiuto Edga. Andiamo Sam prepariamoci a partire."

    ....

    Edited by the arci - 10/6/2019, 17:51
     
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    La coppia partì subito dopo pranzo a piedi. Si erano tolti le divise dell'esercito per mettersi semplici abiti comuni, l'unica cosa ad non essere cambiata erano le due spade, anche se ora nascoste da due vecchi logori mantelli. Camminarono tutto il giorno parlando del più e del meno, 'aria del tardo pomeriggio era frizzante, l'atmosfera era tranquilla e rilassata finchè un'uomo che faceva parte di un terzetto di loschi individui non si scontrò con Sam:
    - "Ehi attento ragazzino! Ti dovrei sbudellare!"
    - "Tu schif..."
    L'insulto di Sam fu interrotto da uno schiaffo di Kila:
    - "Figliolo è il modo di comportarsi? Cosa ti dice sempre tua madre? Avanti scusati con il signore."
    Sam lo guardo per un attimo torvo ma poi obbedì:
    - "Mi spiace molto signore!"
    - "Scusate mio figlio è ancora molto, giovane e stupido."
    - "Va bene. siete fortunati che andiamo di fretta."
    Il trio sparì ben presto alla vista e Kila subito sgrido il suo giovane scudiero:
    - "Insomma! Missione segreta! Non puoi metterti a litigare con tutti gli idioti che incontri."
    - "Lo so, lo so, scusa. Ormai è sera ed io come dire... Ho fame!"
    - "Ora che melo fai notare anch'io. Poco più avanti c'è la locanda dell'unicorno, non ci vado da un po' ma è sempre accogliente."
    - "Allora sbrighiamoci!"
    Accelerarono il passo ed in men che non si dica furono alla porta della locanda, varcarono la soglia e la scena che gli si presentò fu davvero strana, i clienti erano pochi e tutti mangiavano in silenzio e soprattutto nessuno toccava i propri boccali di birra. Kila si avvicinò al bancone per ordinare la cena, il proprietario rispondeva a monosillabi, sudava copiosamente ed era pallido.
    - "Vado subito a preparare la cena."
    - "Si sente male oste?"
    Dopo un attimo di esitazione la sua risposta fu:
    - "S-si, ho un brutto raffreddore."
    - "Capisco si riguardi allora."
    Kila tornò da Sam e si sedettero ad un tavolo vicino ad una parete. Il capitano squadrava con attenzione i pochi avventori del locale ed era ancora così quando l'oste tornò con la loro cena.
    - "Ecco a voi signori!"
    L'oste stava per tornare al balcone quando Kila gli serrò un braccio chiedendo a voce alta più birra da bere e poi aggiunse bisbigliando:
    - "Anche vostra figlia sta male?"
    - "Certo signore. Subito."
    I due mangiarono chiacchierando sottovoce e poi quando ormai avevano finito Kila fece un segno a Sam che si alzò dirigendosi verso l'altro lato del locale dove, per puro caso, pesto violentemente il piede di un altro cliente, questi si girò arrabbiato ed invei urlando:
    - "Ancora tu peste! Stavolta ti sgozzo!"
    - "Prima devi prendermi vecchio porco!"
    Sam corse fuori inseguito dal rozzo uomo, girò l'angolo della locanda ed estrasse la spada in attesa dell arrivo dell'avversario che non lo deluse, infatti, come pianificato, girò l'angolo con un coltellaccio in mano urlando minacce di morte. Neppure vide la spada che gli trapassò il petto finchè non fu troppo tardi, morì affogando nel proprio sangue emettendo solo pochi e flebili gorgoglii. Nel frattempo all'interno del locale Kila si era avvicinato furtivamente al secondo criminale incontrato quel pomeriggio e, non appena questi si alzò per controllare perchè il compagno non tornasse, Kila lo fece fuori con un colpo preciso di pugnale, però sfortunatamente riuscì a lanciare un urlo di dolore prima di perire. Kila si girò subito verso la cucina dove vide comparire l'ultimo ladro che teneva in ostaggio la figlia dell'oste. Il capitano si fece subito avanti il terzo criminale indietreggiò trascinando la povera ragazza che inciampò in un sacco di farina facendo cadere il proprio sequestratore, quest'ultimo alzò la propria arma per eliminarla quando da dietro di lui gli si avventò addosso Sam, ci fu una lotta confusa per qualche secondo poi il criminale rimase a terra morto con una pozza di sangue che gli si allargava sotto.
    - "Ben fatto Sam!"
    - "Grazie!"
    Sam si avvicinò alla giovane ragazza e quando i loro occhi si incrociarono rimase senza fiato, la trovava bellissima con i rossi capelli ricci, stupendi occhi verdi e simpatiche lentiggini sulle guance, per un attimo tremò e poi cadde per terra davanti alla ragazza.
    - "Avevo sentito di uomini che fanno cadere le ragazze ai propri piedi ma non avevo mai visto il contrario."
    La ragazza sorrise divertita ma subito la sua espressione mutò quando notò una macchia di sangue che si allargava sulla coscia sinistra del ragazzo.
    - "Signor Sam siete ferito gravemente?"
    Sam non rispose e non si muoveva perciò preoccupato Kali si avvicinò per controllare. Dopo aver esaminato la ferita sentenziò che non era grave ma che Sam non avrebbe potuto camminare per almeno una settimana.
    - "A quanto pare dovremo fermarci qui più del previsto, oste ci prepari una stanza per 7 giorni. Quanto le dobbiamo?"
    - "Non posso accettare soldi da chi ha salvato mia figlia, sarete miei ospiti. Presto Blichè va a preparare una camera doppia per questi gentili signori."
    - "Subito papà!"
    La ragazza corse via e torno dopo pochi minuti. Kila prese Sam in braccio e segui l'oste verso la loro camera, mentre le passavano a fianco Blichè sorrise dolcemente a Sam che, con gran fatica, rispose con un sorriso.
    Una volta adagiato il proprio scudiero sul letto Kila gli chiese:
    - "Non mi dire che prima stavi fermo e non rispondevi per non urlare di dolore davanti alla ragazza."
    Il volto di Sam divenne rosso fuoco e rispose distogliendo lo sguardo:
    - "Non so di che parli."
    - "Certo, certo."



    ...

    Edited by the arci - 13/6/2019, 18:58
     
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    I giorni passavano tranquilli, non appena era libera Blichè correva in camera di Sam, i due giovani parlavano tutto il tempo, spesso ridevano in un modo che Kila non aveva mai visto sul volto di Sam. Era la sera dell'ultimo giorno prima della ripartenza e Sam ormai era completamente guarito.
    - "Kila stare a letto tutto questo tempo mi ha fatto venire voglia di muovermi un po' vado a fare due passi."
    - "Vai da solo, veeero?"
    - "Certo!"

    Sam entrò nel bosco dietro la locanda e poco dopo Blichè si attaccò al suo braccio arrivando quasi dal nulla. I due camminarono abbracciati per un po' finche la ragazza non disse:
    - "Ci siamo, il posto è proprio dietro quel grosso albero laggiù."
    Superato l'albero a Sam si presentò uno spettacolo incredibile, c'era un piccolo lago dalle acque limpide, la luna piene e le stelle si riflettevano sulla superficie, inoltre il gioco di luci era ampliato dalle numerose lucciole che volavano placide intorno a loro.
    - "Wow! E' bellissimo avevi ragione!"
    - "Questo era il posto preferito dei miei veri genitori."
    - "I tuoi veri genitori?"
    - "Giusto non ti ho parlato molto di me. L'oste è il mio padre adottivo, i miei genitori erano originari di un villaggio molto lontano e quando ero piccola ci fermammo alla locanda, in fuga dai soldati anche se io non lo capivo. Una sera, mi fecero all'improvviso nascondere sotto il letto, ci trovarono. Loro implorarono ai soldati di risparmiarli, ma fu inutile, vennero uccisi senza alcuna pietà."
    Sam la guardava senza riuscire a dire niente, lacrime cominciarono a cadere dagli occhi di Blichè Sam prese dolcemente il suo viso con le mani e la baciò calorosamente. Fu un bacio lungo e magnifico, e quando le loro labbra si separarono si abbracciarono ancora più saldamente.
    - "Ora capisco perchè non avete chiamato i soldati dopo quell'incidente, non posso biasimarvi. Quando sarò partito devi stare più attenta."
    - "S-si. E' stato bello conoscerti."
    - "Aspetta un attimo mi vuoi già lasciare?"
    - "Stai per partire, non ci vedremo più."
    - "Che sciocca che sei, certo domani devo partire ma tornerò appena posso, dopotutto ti amo."
    - "C-Cosa! Dici davvero? Non mi prendi in giro?"
    - "Certo che no!"
    Sam le sorrise dolcemente e lei gli strinse le braccia intorno al collo e lo baciò con passione."
    - "Anch'io sono senza genitori."
    - "Sei orfano anche tu allora."
    - "Veramente non lo so. Ho perso la memoria di quando sono piccolo, non ricordo niente prima di aver incontrato Kila. Tu ti ricordi bene i tuoi genitori?"
    - "Si."
    - "Perchè non me ne parli, mi farebbe piacere."
    In quel momento Sam aveva un'aria così malinconica che, nonostante ripensare ai genitori le facesse sempre un po' male, Blichè non riuscì a dire di no.
    Dopo aver passato tutta la notte a parlare, tornarono alla locanda, i due giovani innamorati si salutarono con gli occhi pieni di lacrime.
    Quando furono abbastanza lontani Kila non riuscì più a trattenersi e cominciò a punzecchiare Sam, questi alla fine sbottò ma poi si scusò:
    - "Va bene, mi dispiace per averti preso in giro su Galis. Non credevo che essere innamorati fossi così bello."
    - "Già nessuno lo immagina prima, almeno credo. Comunque non scusarti se non mi avessi preso in giro non le avrei mai chiesto di uscire. Non ti ho mai ringraziato per quello vero?"
    - "Non mi pare. Allora sbrighiamoci con questa missione così potremo tornare indietro da loro."
    - "Hai ragione, forza andiamo."

    Ripreso il cammino di buon passo motivati, e dopo un mese di cammino, grazie alla indicazioni raccolte in diversi villaggi arrivarono ai margini del bosco delle Fate.
    - "Kila, saremo nel posto giusto? Questo non mi pare promettente."
    - "In effetti, neanche a me. Comunque non può che essere questo corrisponde esattamente alle indicazioni. Ora capisco perchè ci avevano detto di non venirci."
    Il bosco era davvero tetro, metà degli alberi era putrescente, su molti di essi crescevano rigogliose piante rampicanti ed al suo interno sembrava esserci troppa poca luce anche per un bosco. Nonostante tutti quei brutti presagi sapevano di non poter tornare indietro, per cui si fecero coraggio ed entrarono.


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    L'interno della foresta era buio, incredibilmente buio, le piante al livello del terreno faceva no fatica a crescere ed era difficile camminare con i numerosi tronchi marci disseminati sul terreno, l'uniche piante rigogliose in quel panorama desolante erano quelle rampicanti; e non era l'unica cosa strana, infatti c'era un silenzio inquietante. Entrambi non poterono fare a meno di chiedersi dove fossero finiti gli animali, nessun cinguettio di uccelli, nessun frusciò nell'erba, neppure il ronzio degli insetti, più avanzavano e più erano inquieti. Ad un certo punto, senza quasi accorgersene, estrassero le loro armi avanzando guardinghi. Ormai giravano da parecchio, quando all'improvviso un scricchiolio secco risuonò dalla loro sinistra, in pochi secondi un tronco con conficcati sopra molti rami appuntiti si abbatte su di loro, e sarebbero sicuramente morti se non avessero avuto già le spade pronte in mano.
    - "Edga non scherzava sul carattere di questo tizio."
    - "Lei non scherza mai sulle cose serie Sam."
    - "Sarà meglio fare molta attenzione allora."

    Era molto difficile dire che ore erano ma dalla fame che aveva Sam pensava che la sera ormai doveva essere vicina. L'idea di passare la notte in quella foresta lo spaventava un po' ma si vide bene dal confidare questo suo pensiero a Kila, poco dopo finalmente avvistarono una modesta casa di legno, Kila fece un cenno ed i due si fermarono.
    - "Aspetta! Prima di andare avanti raccogliamo dell pietre."
    A Sam parve una richiesta piuttosto strana, ma vista la fiducia che riponeva nel proprio capitano, cominciò a cercare. Pochi minuti dopo tornò con le braccia cariche di sassi.
    - "Queste bastano?"
    - "Certo, ora comincia a lanciarle davanti a noi mentre avanziamo."
    - "Perchè?"
    - "Tu fallo e basta!"
    Avanzarono lentamente, ogni volta che lanciava una pietra una diversa trappola scattava, erano pochi metri fino alla porta ma sembrò un percorso molto più lungo,. Quando finalmente arrivarono davanti alla porta tirarono un sospiro di sollievo.
    - "Ma perchè i tuoi amici sono matti Kila? E gli amici dei tuoi amici lo sono ancora di più."
    - "Tutto è cominciato quando ho trovato te, non sarai maledetto Sam?"
    - "Forse, chissà."
    - " Ora piantiamola con le cretinate."
    Kila bussò alla porta urlando contemporaneamente che li mandava Edga per parlare con Mhilias, dopo pochi secondi un vecchietto aprì la porta dicendo:
    - "Perchè non l'avete detto subito? Stavo per ridurvi in cenere. Entrate e ditemi tutto."
    I due entrarono e davanti ad un'ottima tazza di te raccontarono il motivo della loro visita, Mhilias li guardava pensieroso mugugnando:
    - "Mmm un mescolo... Un mescolo... mi sembra di aver letto di qualcosa di simile. Mmm... Ma certo ora ricordo. Non so a cosa serva, ma ho sentito dire che sia in possesso di uno strano individuo che abita nelle palude delle Driadi ad est."
    - "Sarà un altro posto strano come questo immagino. Tutta colpa tua Kila."
    - " Ti sbagli ragazzo, od almeno ti sbagliavi fino a 16 anni fa, quando sia le fate del bosco che le driadi della palude sono misteriosamente sparite. Anche se non credo che la palude fosse un gran che anche prima."
    - "Signor Mhilias quindi questa foresta non è sempre stata così?"
    - "Nient'affatto, molti anni fa quando Edga studiava qui era rigogliosa e bellissima, e la notte potevi anche vedere le fate se eri fortunato, invece ora sta morendo tutto."
    - "Tutto questo perchè non ci sono più le fate?"
    - "Si è così, questa foresta è nata per il loro potere, non può resistere a lungo senza, presto dovrò cercarmi una nuova casa."
    - " E' terribile, potrebbe venire a vivere con la maestra Edga ad Orland, sono sicuro ne sarebbe contenta."
    - "Forse lo farò presto temo. Ora basta con i brutti pensieri, fermatevi qui stanotte, meglio non girare per il bosco al buio."
    - "Signor Mhilias, accettiamo volentieri."
    I tre uomini andarono a riposarsi, ma Sam non riusciva a dormire perchè continuava a domandarsi perchè le fate fossero sparite all'improvviso.


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    Mi sta piacendo molto
     
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    SE vi state chiedendo perchè non ho scritto per tanto tempo, potrei dire a causa del lavoro e sarebbe anche vero ma il fatto è che mi ero dimenticato di non aver scritto come andava a finire potrei allungare il brodo con lunghi viaggi inutili ma non sono Tolkien U_U quindi stingiamo ed arriviamo alla fine :*lacrimoni*:

    Kila e Sam ripartirono la mattina dopo, il viaggio verso la palude fu senza intoppi, come la foresta anche lì sembrava tutto marcio e morente anche se, in questo caso, poteva essere del tutto normale. Avanzarono lentamente e faticosamente per ore ed alla fine di una ricerca affannosa trovarono una piccola casa all'ombra di un enorme albero. Si avvicinarono con circospezione ma all'esterno non trovarono alcuna trappola, da dentro non arrivava nessuno rumore così decisero di entrare. Aprirono la porta che fece uno scricchiolio sommesso, stavano avanzando, spade in mano, verso una porta socchiusa dalla quale filtrava una flebile luce quando all'improvviso si ritrovarono avvolti da una nuvola di gas giallo, entrambi si misero in guardia ma in pochi secondi caddero in terra privi di sensi.
    Sam si riprese per primo e la prima cosa che vide fu un uomo lei cui vesti erano impresse a fuoco nella sua mente: un mantello verde, una maschera azzurra a nascondere il volto ed un mescolo grigio in mano.
    Sam furioso cominciò a dibattersi e sibilò tra i denti: "Sei tu maledetto! Il mago Nero."
    " Se lo dici tu ragazzo sarà vero, d'altronde ho già guardato nelle vostre teste so perchè siete qui. Prima di eliminarvi voglio farti vedere qualcosa ragazzino seguimi."
    Il mago nero liberò Sam e lo spinse verso un'altra stanza. Era piccola ed ordinata, c'erano molti vecchi libri ed in un angolo appoggiate senza cura le armi di Sam e Kila. Il losco figuro si tolse il mantello e la maschera e li appoggiò, insieme la mescolo, su una scrivania dalla prese un piccolo tomo aperto. L'uomo si girò verso Sam ed il suo volto era così orribilmente sfigurato che Sam non poté trattenere un sussulto involontario.
    "Tranquillo succede a tutti gli sfortunati che riescono a vedere il mio volto. So che volete sapere di più del mescolo, allora leggi il mio diario lì è scritto tutto l'ho appena finita mentre dormivate. Consideralo un piccolo regalo di addio prima di morire. Leggi con calma tanto il tuo amico non si sveglierà prima di parecchie ore, ah che dico non si sveglierà affatto."
    "Lo accetto volentieri."
    Sam aprì il libro e abbasso lo sguardo ma invece che leggerlo lo lanciò in faccia al mago e, prima che questi potesse riprendersi gli si gettò addosso spingendolo per terra, poi con un balzo felino raggiunse la sua spada e trafisse l'avversario che morì in pochi secondi. Sam si accasciò a terra, le gambe non gli reggevano più per la grande ondata di sollievo che attraversò all'improvviso il suo corpo, spostò la mano e sbatté contro il diario e sorridendo decise di esaudire l'ultimo desiderio del mago anche se alla fine era stato lui a morire. Finito di leggere chiuse il diario e lo infilò nella sua borsa con il mescolo, e decise di prendere anche il mantello e la maschera come trofei di guerra, poi recuperò la spada di Kila che dal rumore nella stanza accanto era si era finalmente svegliato ed andò a liberarlo.
    "Sei il solito dormiglione Kila, come al solito tocca fare tutto a me."
    "Come hai fatto?"
    "Chissà forse dopotutto ho avuto un buon maestro. No impossibile!"
    "Spiritoso come al solito ma comunque sei stato bravissimo, la nostra missione è finalmente conclusa, il regno e salvo e possiamo tornare a casa."
    "Vorrai dire che vuoi tornare da Galis."
    "Tu piccolo impudente! E poi tu non vuoi forse andare a trovare Blichè?"
    Sam arrossì e si mise in cammino senza rispondere.

    ...


    E siccome sono stanco la festa finale ed il vissero tutti felici e contenti li lasceremo per la prossima volta
     
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    I giorni e poi i mesi trascorrevano tranquilli, appena libero Kila andava dalla sua amata e lo stesso faceva Sam, poi finalmente arrivò il giorno della più grande festa del regno e, per i pochi che ne erano a conoscenza, il giorno della visione scongiurata; la Principessa Didi per premiarlo dell'impresa aveva deciso di insignire Sam del titolo di Cavaliere proprio quel giorno. Kila aspettava il suo discepolo all'ingresso del castello, entrambi erano vestiti eleganti in sfarzosi abiti da cerimonia, Kila stava per salutare Sam quando una bella ragazza comparve dietro di lui sorridendo agitando le breccia.
    "Da quanto tempo Kila, ti trovo bene."
    "Blichè, sei davvero tu? Che bella sorpresa! Sei magnifica."
    Blichè fece un inchino e lo ringraziò.
    "Maestro se riesce a richiudere la bocca dovremmo entrare, o forse devo chiamare Galis."
    "Si andiamo anche se questa è l'ultima volta che dovrai chiamarmi maestro."
    Per un memento un aria triste passò sul volto si Sam: "E' vero."
    I due arrivarono davanti alla sala delle udienze dove il generale Forla li stava aspettando impaziente.
    "Insomma siete in ritardo, tutti i cavalieri sono già arrivati, giovane Sam hai portato il mescolo come richiesto dalla Principessa?"
    "Si cert..."
    Sam interruppe la frase a metà cercando inutilmente l'oggetto nella propria cintura.
    "Ho dimenticato di prenderlo, torno in 5 minuti, vi prego Generale porgete le mie sentite scuse alla Principessa."
    "Ah i giovani d'oggi. Va bene ma sbrigati."
    Il portone non si era ancora rinchiuso dietro i due cavalieri che Sam era già sparito di corsa dietro l'angolo, i due cavalieri attraversarono la sala e si inginocchiarono davanti alla Principessa.
    "Alzatevi prodi cavalieri. Oserei dire che manca qualcuno d'importante."
    "Mi scuso per il mio futuro ex discepolo si è scordato di prendere il mestolo, deve essere l'emozione per questa giornata importante."
    " Capisco Sir Kilam non si preoccupi sono sicuro sarà qui in breve tempo."
    Proprio in quel momento il portone si aprì, la Principessa stava per parlare ma la sua bocca rimase aperta senza emettere alcun suono, tutti i cavalieri si girarono sorpresi da quel comportamento e poi videro che al posto del giovane cavaliere che aspettavano c'era una losca figura con un lungo mantello verde ed una maschera azzurra seguito da una donna anch'essa mascherata. La donna cominciò a levitare e si fermò vicino all'alto soffitto osservando la scena sottostante in silenzio, mentre l'uomo avanzava lentamente verso la Principessa. Il primo a riprendersi dallo shock fu il Generale che ordinò agli altri di uccidere l'intruso. Lo scontro fu inaspettatamente veloce, in meno di un minuto tutti i cavalieri erano morti, tutti tranne Kali che si sorreggeva a fatica usando la propria spada, poi a causa delle numerose ferite, nessuna delle quali era mortali, la gamba destra gli cedette costringendolo ad inginocchiarsi, ora la stanza era in un silenzio surreale che fu interrotto dalla voce dell'intruso orribilmente alterata dalla maschera:

    - "Hai combattuto bene cavaliere ma ormai è finita, arrenditi! Grazie al mio potere magico ed a questo incredibile oggetto, nessuno può fermarmi, fermare il mago Nero.

    L'uomo mise la mano sinistra nel mantello e tirò fuori una specie di mestolo grigio, lo fisso per un momento e lo sollevò puntandolo verso la donna. In quell'esatto momento il cavaliere inginocchiato raccolse le sue ultime forze ed attaccò il mago alzando la spada in altro con entrambe le mani. L'attacco fu facilmente evitato dal mago, Kila sentiva di non aver più alcuna speranza ma almeno voleva sapere perchè stesse succedendo tutto questo:
    "Come è possibile ti abbiamo ucciso quasi un anno fa mago nero."
    "E' vero, ma ci sono molte cose che neppure i saggi di questo castello ignorano."
    E mentre lo diceva agitava il misterioso mescolo.
    "Che diavolo di arma è quell'oggetto? Ma soprattutto cosa hai fatto al mio discepolo Sam?
    "Il tuo discepolo possiamo dire che sia morto ormai, e per quanto riguarda questo mescolo non credo si possa definire un'arma."
    "Che significa? Che diavolo fa allora? Quali sono i tuoi scopi?"
    "I miei scopi? Solo una giusta vendetta sui Regni di Nomerici e Garland. Prima Ucciderò quell'essere malvagio di Didi e poi farò lo stesso con il Re di Garland e tutti i suoi 'nobili' cavalieri. E per quanto riguarda i poteri di quest'oggetto te lo proverai tu stesso, poi potrai decidere se protrarre la tua inutile resistenza o lasciarmi agire indisturbato."
    Il mago Nero avvicino il mescolo alla sua testa da cui inizio uscire del fumo color oro, una volta che il mescolo fu ricolmo lo avvicinò alle labbra di Kila ed il fumo d'oro gli entrò velocemente in gola, Kila si rialzò in piedi in preda alla convulsioni, gli occhi si girarono nelle orbite mostrando solo la parte bianca e poi, dopo pochi minuti, il corpo scosso dai tremiti si tranquillizzò. Kila guardò sconvolto il Mago Nero fece cadere la spada e disse:
    "Fai quello che devi."
    Il Mago raggiunse la Principessa che spaventata gli lanciò tutti i suoi terribili incantesimi, ma questi purtroppo per lei furono del tutto inutili, era la prima volta che incontrava qualcuno più potente di lei, il suo volto era pieno di terrore ed ormai incapace di fare altro Didi si rannicchiò nel proprio trono tremante di paura. Il Mago nero la raggiunse poi si appoggiò di nuovo il mestolo alla testa ma questa volta il fumo che ne uscì fu nero, l'uomo le fece inghiottire la strana sostanza e subito la Principessa cominciò ad urlare di dolore, ci vollero diversi strazianti minuti prima che il cuore il suo cuore si fermasse per lo stress. Il Mago Nero tornò indietro senza voltarsi e quando passò accanto al cavaliere questi lo fermò mettendogli una mano sulla spalla.
    "Che cosa le hai fatto?"
    "Sei sempre stato un tipo curioso vero? Come avrai capito il mestolo è in grado di controllare ogni aspetto dei ricordi in modi che nemmeno tu puoi immaginare, in pratica gli ho fatto sentire tutto il dolore delle sue vittime che erano impresse nella mia memoria."
    Il Mago stava per andarsene quando si fermò e fece cenno alla donna di scendere, mise il mescolo sulla sua fronte e bevve il fumo arancione che ne scaturì.
    "Direi che con questo il cerchio è chiuso."
    Il Mago si tolse la maschera e la consegnò al cavaliere.
    "Tienila per ricordare gli errori passati del regno, tu sei l'unico nobile rimasto ora è compito tuo gestire il regno sono sicuro che saprai fare di meglio. Come sai ho un altro Regno su cui vendicarmi."
    "Immagino che questo sia un addio."
    La ragazza fu la prima dei sue a rispondere si avvicinò al cavaliere esausto e lo baciò sulla guancia:
    "Addio Sam, avrei sempre un posto speciale nel mio cuore, sii felice con Galis."
    Il Mago guardò negli occhi il cavaliere per l'ultima volta, una lacrima solcava il suo viso e disse solo due parole:
    "Addio maestro."
    Poi Sam si voltò ed uscì per l'ultima volta dal grande salone senza alcuna esitazione seguito da Blichè.

    ...

    Questa è la fine della storia c'è rimasto giusto il tempo per l'epilogo ma primo devo lavare i piatti e fare altre cose in casa U_U
     
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16 replies since 3/6/2019, 11:46   198 views
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